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    Leonardo Da Vinci

    3 anni, 5 mesi fa

    Periodo di formazione
    Ser Piero aveva già lavorato a Firenze e nel 1462, a dire di Giorgio Vasari,[11] vi ritornò con la famiglia, compreso il piccolo Leonardo. Il padre Piero avrebbe mostrato all’amico Andrea del Verrocchio alcuni disegni di tale fattura che avrebbero convinto il maestro a prendere Leonardo nella sua bottega; è in realtà alquanto improbabile che un apprendistato cominciasse ad appena dieci anni, per cui l’ingresso di Leonardo nella bottega del Verrocchio viene oggi ritenuto posteriore.[8]

    Si pensa infatti che Leonardo restasse in campagna nella casa dei nonni, dove avvenne la sua educazione, piuttosto disordinata e discontinua, senza una programmazione di fondo, a cura del nonno Antonio, dello zio Francesco e del prete Piero che l’aveva battezzato.[12] Il fanciullo imparò infatti a scrivere con la sinistra e a rovescia, in maniera del tutto speculare alla scrittura normale.[12] Vasari ricordò come il ragazzo nello studio cominciava «molte cose […] e poi l’abbandonava» e nell’impossibilità di avviarlo alla carriera giuridica il padre decise di introdurlo alla conoscenza dell’abaco, anche se «movendo di continuo dubbi e difficultà al maestro che gl’insegnava, bene [che] spesso lo confondeva».[11]

    L’arrivo a Firenze

    Leonardo da Vinci, statua nel piazzale degli Uffizi a Firenze
    Quando il nonno di Leonardo morì novantaseienne nel 1468 citò nel suo testamento “Lionardo”, assieme alla nonna Lucia, al padre Piero, alla nuova matrigna Francesca Lanfredini, e agli zii Francesco e Alessandra. L’anno dopo la famiglia del padre, divenuto notaio della Signoria fiorentina, insieme con quella dello zio Francesco, che era iscritto all’Arte della Seta, risultava domiciliata in una casa fiorentina, abbattuta già nel Cinquecento, nell’attuale via dei Gondi, accanto a piazza della Signoria.

    Nella bottega del Verrocchio
    Diventando ormai sempre più evidente l’interesse del giovane Leonardo nel “disegnare et il fare di rilievo, come cose che gl’andavano a fantasia più d’alcun’altra”,[11] ser Piero mandò infine il figlio, dal 1469 o 1470, nella bottega di Andrea del Verrocchio, che in quegli anni era una delle più importanti di Firenze, nonché una vera e propria fucina di nuovi talenti.[13]

    Tra i suoi allievi figuravano nomi che sarebbero diventati i grandi maestri della successiva generazione, come Sandro Botticelli, Perugino, Domenico Ghirlandaio e Lorenzo di Credi, e la bottega espletava un’attività poliedrica, dalla pittura alle varie tecniche scultoree (su pietra, fusione a cera persa e intaglio ligneo), fino alle arti “minori”. Soprattutto veniva stimolata la pratica del disegno, portando tutti i collaboratori a un linguaggio pressoché comune, tanto che ancora oggi può risultare molto difficile l’attribuzione delle opere uscite dalla bottega alla mano del maestro oppure a un determinato allievo.[14] Si conoscono vari esempi di disegni di panneggi usciti dalla sua bottega, che derivano da esercizi che il maestro faceva fare copiando le pieghe dei tessuti sistemati su modelli di terra.[14] Inoltre gli allievi apprendevano nozioni di carpenteria, meccanica, ingegneria e architettura.[14]

    Leonardo si trova menzionato nella Compagnia di San Luca, dei pittori fiorentini, nel 1472: «Lyonardo di ser Piero da Vinci dipintore de’ dare per tutto giugno 1472 sol. sei per la gratia fatta di ogni suo debito avessi coll’Arte per insino a dì primo di luglio 1472 […] e de’ dare per tutto novembre 1472 sol. 5 per la sua posta fatta a dì 18 octobre 1472».[15] Ciò significa che a quell’epoca era già riconosciuto come pittore autonomo, la cui esperienza formativa poteva dirsi conclusa, sebbene la sua collaborazione col maestro Verrocchio si protraesse ancora per diversi anni.

    Il 5 agosto 1473 Leonardo datò il Paesaggio con fiume, un disegno con una veduta a volo d’uccello della valle dell’Arno, oggi al Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi. L’attenzione verso una descrizione autentica del mondo naturale fu una caratteristica costante di Leonardo, soprattutto evidente nella fase giovanile. Ciò gli ha valso l’assegnazione di alcuni contributi a opere uscite dalla bottega di Verrocchio, come l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo[16] (Londra, National Gallery), in cui la realistica squamosità del pesce o l’energia scattante del cagnolino sono state proposte come dettagli leonardeschi, anche se si tratta di attribuzioni non universalmente condivise.[17] Lo stesso vale per il paesaggio della Madonna col Bambino e angeli[18] (sempre a Londra), con un picco roccioso che ricorderebbe proprio il Paesaggio con fiume.[17]

    Paesaggio con fiume (1473)
    Testimonia il confronto serrato col maestro il Battesimo di Cristo degli Uffizi, dipinto a più mani. Secondo l’indicazione di Vasari, confermata poi anche dalla critica moderna, è da assegnare a Leonardo l’angelo in primo piano a sinistra e il morbido paesaggio sullo sfondo, oltre a una sistemazione generale dello stile per amalgamare almeno tre mani di personalità diverse (Verrocchio, un allievo poco dotato e Leonardo stesso). In quest’opera sono già evidenti alcuni motivi dello stile leonardesco, che superano i limiti degli insegnamenti di bottega: la decorazione basata su motivi fluenti, l’attenzione agli elementi vegetali, o all’espressività dei volti, spesso ritratti con un sorriso ambiguo;[17] nuova è inoltre la resa spaziale e atmosferica unificata, nonché i primi accenni a uno stile sfumato.[19]

    Ancora secondo Vasari, la bravura di Leonardo nella prova del Battesimo avrebbe spinto Verrocchio, restio a un confronto diretto che cominciava a vederlo perdente, a dedicarsi esclusivamente alla scultura. In realtà l’aneddoto è scartato dalla critica moderna, propensa a ritenerlo un’enfatizzazione arbitraria del tema letterario dell'”allievo che supera il maestro” operata dallo storico aretino.[20]

    Il dipinto su tavola raffigurante Madonna con Bambino, detto comunemente Madonna di Camaldoli per la sua collocazione nell’eremo in provincia di Arezzo, è una elaborazione della Madonna Dreyfus tanto da ipotizzare che questa ne rappresenti il modello; il volto della Madonna è sovrapponibile a opere di Lorenzo di Credi; la testa del Bambino è identica a un disegno di Verrocchio; alcuni particolari del paesaggio seguono lo schema e le forme di quelli presenti nel Tobiolo e l’angelo; sul retro è presente il disegno che traccia lo schema di una cornice coincidente a quella che orna il tondo di Botticelli, pure allievo di Verrocchio, oggi nella Pinacoteca di Piacenza; il gioiello della Vergine è lo stesso raffigurato in disegni di Verrocchio e in pitture di Leonardo. Carlo Starnazzi ha sostenuto con forza la presenza della mano di Leonardo in quest’opera e più recentemente gli studi sembrano confermare che sia certamente uscita dalla bottega di Verrocchio, senza però poter individuare chi degli allievi e collaboratori vi abbia partecipato.[21]

    Leonardo scultore
    Vasari ricordò come Leonardo operò anche “nella scultura, facendo, nella sua giovanezza, di terra alcune teste di femine che ridono, che vanno, formate per l’arte di gesso, e parimente teste di putti, che parevano usciti di mano d’un maestro”. Non si conosce tuttavia alcuna opera scultorea sicura di Leonardo, nonostante varie proposte attributive avanzate in passato. Una delle più vecchie attribuzioni in questo senso è il busto di fanciulla in cera dei Musei statali di Berlino, opera che mostra il sorriso ambiguo tipicamente leonardesco, ma che oggi viene considerata un falso ottocentesco, ispirato alla Flora di Francesco Melzi.

    Carlo Pedretti aveva riferito a Leonardo anche l’Angelo annunciante della chiesa di San Gennaro a Capannori: opera sicuramente verrocchiesca e di alta qualità però che mostra una derivazione dal San Tommaso di Orsanmichele di Verrocchio, quindi meno facile da riferire alla genialità del maestro di Vinci[22].

    Durante la mostra sul Verrocchio a palazzo Strozzi del 2019, Francesco Caglioti ha sostenuto con decisione la riattribuzione di una Madonna col Bambino del Victoria and Albert Museum a Leonardo, opera precedentemente riferita ad Antonio Rossellino da John Pope-Hennessy. L’opera in effetti mostra una notevole originalità rispetto ad altre Madonne coeve, e ha un panneggio pesante e a effetto “velluto bagnato” che si riscontra in alcuni studi di Leonardo e di altri artisti verrocchieschi. Al termine della rassegna fiorentina il museo londinese l’ha prudentemente rischedata come “di scuola fiorentina del Verrocchio”[23].

    Di recente Alessandro Parronchi ha assegnato a Leonardo un Busto di fanciullo, già in collezione privata fiorentina e acquistato dal Getty Museum[24]. L’opera mostra una notevole ascendenza da Desiderio da Settignano.

    Numerose sono comunque le coincidenze, anche molto stringenti, tra alcuni disegni o schizzi di Leonardo e le opere scultoree di Verrocchio, come il Profilo di capitano antico (1475 circa, Londra, British Museum), simile ai bassorilievi di capitani antichi scolpiti per Mattia Corvino, o lo Studio di mani (1475 circa, Windsor, Royal Library), ritenuto uno studio per il Ritratto di Ginevra de’ Benci e molto somigliante alla posizione delle mani del busto della Dama col mazzolino.[19]

    Alla fine comunque l’unico esperimento sicuro con la scultura di Leonardo fu l’incompiuto Monumento a Francesco Sforza. A questo lavoro, di cui tuttavia non si conoscono le reali fattezze, viene collegato un modellino in cera in collezione privata. Sembra invece derivare dai disegni della Battaglia di Anghiari il bronzetto di cavallo che si contorce, il cui migliore esemplare è nel Museo di belle arti di Budapest.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_da_Vinci

Leonardo Da Vinci

inventore, artista e scienziato italiano

Leonardo di ser Piero da Vinci (Anchiano, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) è stato un inventore, artista e scienziato italiano. Uomo d'ingegno e talento universale del Rinascimento, considerato uno dei più grandi geni dell'umanità, incarnò in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza: fu infatti scienziato, filosofo, architetto, pittore, scultore, disegnatore, trattatista, scenografo, anatomista, botanico, musicista, ingegnere e progettista.

«Fu tanto raro e universale, che dalla natura per suo miracolo esser produtto dire si puote: la quale non solo della bellezza del corpo, che molto bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtù volse anchora farlo maestro. Assai valse in matematica et in prospettiva non meno, et operò di scultura, et in disegno passò di gran lunga tutti li altri. Hebbe bellissime inventioni, ma non colorì molte cose, perché si dice mai a sé medesimo avere satisfatto, et però sono tante rare le opere sue. Fu nel parlare eloquentissimo et raro sonatore di lira [...] et fu valentissimo in tirari et in edifizi d'acque, et altri ghiribizzi, né mai co l'animo suo si quietava, ma sempre con l'ingegno fabricava cose nuove.»
(Anonimo Gaddiano, 1542)

https://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_da_Vinci

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