Filtra per:
Utenti
Attività Social
Pagine

    • Tutti i Gruppi
    • Crea Gruppo
Filtra per:
Utenti
Attività Social
Pagine

    • Tutti i Gruppi
    • Crea Gruppo

    • Tutti i Gruppi
    • Crea Gruppo
Filtra per:
Utenti
Attività Social
Pagine
Foto del Profilo
5 di 5
1 Valutazione
  • Foto del profilo di Leonardo Da Vinci

    Leonardo Da Vinci

    3 anni, 6 mesi fa

    Gli ultimi anni (1508–1519)

    Castello di Clos-Lucé
    Il secondo soggiorno milanese
    A Firenze Leonardo cominciò a essere lusingato dal governatore francese di Milano, Charles d’Amboise, che lo sollecitava, fin dal 1506, a entrare al servizio di Luigi XII di Francia. L’anno successivo fu lo stesso re a richiedere espressamente Leonardo, che infine accettò di tornare a Milano dal luglio 1508. Il secondo soggiorno milanese, durato fino al 1513, con alcuni viaggi dall’ottobre 1506 al gennaio 1507 e dal settembre 1507 al settembre 1508, fu un periodo molto intenso:[73] dipinse la Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino, completò, in collaborazione col De Predis, la seconda versione della Vergine delle Rocce e si occupò di problemi geologici, idrografici e urbanistici.[74] Studiò fra l’altro un progetto per una statua equestre in onore di Gian Giacomo Trivulzio, come artefice della conquista francese della città.[74]

    Viveva nei pressi di San Babila e sul suo stato finanziario resta l’annotazione di una provvigione ottenuta per quasi un anno di 390 soldi e 200 franchi dal re di Francia.[75] Il 28 aprile 1509 scrisse di aver risolto il problema della quadratura dell’angolo curvilineo e l’anno dopo andò a studiare anatomia con Marcantonio della Torre, giovanissimo professore dell’università di Pavia; allo scopo, scrisse, di dare «la vera notizia della figura umana, la quale è impossibile che gli antichi e i moderni scrittori ne potessero mai dare vera notizia, sanza un’immensa e tediosa e confusa lunghezza di scrittura e di tempo; ma, per questo brevissimo modo di figurarla» – ossia rappresentandola direttamente con disegni, «se ne darà piena e vera notizia. E acciò che tal benefizio ch’io do agli uomini non vada perduto, io insegno il modo di ristamparlo con ordine».[76]

    Durante i suoi brevi viaggi visitò Como, poi si avventurò verso le pendici del Monte Rosa, (all’epoca era infatti impossibile salire sino sulla vetta che è alta ben 4.634 metri), poi con il Salaì e il matematico Luca Pacioli soggiornò a Vaprio d’Adda, in provincia di Milano, dove gli venne affidato dal padre il giovane Francesco Melzi, l’ultimo e il più caro dei suoi allievi che lo seguì fino alla morte[74].

    Nel 1511 morì il suo mecenate Charles d’Amboise. L’anno seguente la nuova guerra della Lega Santa scacciò i Francesi da Milano, che tornò agli Sforza[74].

    A Roma

    Mappa dell’Agro Pontino, Royal Library, Windsor
    Nell’incertezza della situazione, il 24 settembre 1514 Leonardo partì per Roma, portandosi gli allievi più vicini, il Melzi e il Salaì[77]. Qui Giuliano de’ Medici, fratello del papa Leone X, gli accorda il suo favore, ottenendo per lui un alloggio negli appartamenti del Belvedere al Vaticano.[74] Qui l’artista si dedicò ai suoi studi scientifici, meccanici, di ottica e di geometria[78] e cercò fossili sul vicino monte Mario,[79] ma si lamentò con Giuliano che gli venissero impediti i suoi studi di anatomia nell’Ospedale di Santo Spirito. Non ottenne commissioni pubbliche, ma ebbe modo di rivedere Giuliano da Sangallo, che si stava occupando della fabbrica di San Pietro, Raffaello Sanzio, che affrescava gli appartamenti papali, e forse anche Michelangelo, dal quale lo divideva l’antica inimicizia.

    Si occupò del prosciugamento delle Paludi pontine, i cui lavori erano stati appaltati da Giuliano de’ Medici – il progetto venne approvato da papa Leone X il 14 dicembre 1514, ma non fu eseguito per la morte sia di Giuliano che del papa di lì a pochi anni – e della sistemazione del porto di Civitavecchia.[80] Con Giuliano e il papa fece un viaggio a Bologna, dove ebbe modo di conoscere direttamente Francesco I di Francia.[74]

    Dal settembre 1513 al 1516, Leonardo trascorse la maggior parte del tempo vivendo nel cortile del Belvedere nel Palazzo Apostolico, dove Michelangelo e Raffaello erano entrambi attivi.[81] Leonardo riceveva un’indennità di 33 ducati al mese e, secondo il Vasari, decorava una lucertola con scaglie immerse nel mercurio.[82] Il papa gli diede una commissione pittorica di materiale sconosciuto, ma la cancellò quando l’artista iniziò a sviluppare un nuovo tipo di finitura.[82] Leonardo si ammalò, in quello che potrebbe essere stato il primo di molteplici ictus che portarono alla sua morte.[82]

    Leda e il cigno, Chatsworth

    La Scapigliata esposto alla Galleria Nazionale di Parma. Si è anche ipotizzato che l’opera possa essere uno studio per la Leda col cigno ora perduta.
    Secondo il Vasari, durante questa sua breve permanenza a Roma, fece «per messer Baldassarre Turini da Pescia, che era datario di Leone, un quadretto di una Nostra Donna col figliuolo in braccio con infinita diligenza e arte» e ritrasse «un fanciulletto che è bello e grazioso a maraviglia, che sono tutti e due a Pescia», ma delle due opere si è persa ogni traccia, unitamente alla Leda col cigno, celebre al tempo, e vista ancora da Cassiano dal Pozzo nel 1623 a Fontainebleau: «una Leda in piedi, quasi tutta ignuda, col cigno e due uova al piè della figura».

    A Roma cominciò anche a lavorare a un vecchio progetto, quello degli specchi ustori che dovevano servire a convogliare i raggi del sole per riscaldare una cisterna d’acqua, utile alla propulsione delle macchine. Il progetto però incontrò diverse difficoltà soprattutto perché Leonardo non andava d’accordo con i suoi lavoranti tedeschi, specialisti in specchi, che erano stati fatti arrivare apposta dalla Germania. Contemporaneamente vennero ripresi i suoi studi di anatomia, già iniziatisi a Firenze e Milano, ma questa volta le cose si complicarono: una lettera anonima, inviata probabilmente per vendetta dai due lavoranti tedeschi, l’accusò di stregoneria. In assenza della protezione di Giuliano de’ Medici e di fronte a una situazione fattasi pesante, Leonardo si trovò costretto, ancora una volta, ad andarsene. Questa volta aveva deciso di lasciare l’Italia. Era anziano, aveva bisogno di tranquillità e di qualcuno che l’apprezzasse e l’aiutasse.

    L’ultima notizia del suo periodo romano data all’agosto 1516, quando misurava le dimensioni della basilica di San Paolo fuori le mura,[83] dopodiché dovette accettare gli inviti del re di Francia.[74]

    In Francia, al servizio di Francesco I
    Nel 1517 Leonardo partì per la Francia, dove arrivò nel mese di maggio, insieme con Francesco Melzi e col servitore Battista de Vilanis, venendo alloggiato dal re nel castello di Clos-Lucé,[74] vicino ad Amboise, e onorato del titolo di premier peintre, architecte, et mecanicien du roi, con una pensione di 5.000 scudi. Francesco I era un sovrano colto e raffinato, amante dell’arte soprattutto italiana, come dimostrò anche negli anni successivi accogliendo con onori altri artisti (Francesco Primaticcio, Rosso Fiorentino, Andrea del Sarto e Benvenuto Cellini).

    Gli anni passati in Francia furono sicuramente il periodo più sereno della sua vita, assistito dai due fedeli allievi e, sebbene indebolito dalla vecchiaia e da una probabile trombosi cerebrale che gli paralizzò la mano destra, poté continuare con passione e dedizione i propri studi e le ricerche scientifiche.[74]

    L’alta considerazione di cui godette è dimostrata anche dalla visita ricevuta, il 10 ottobre, del cardinale d’Aragona e del suo segretario Antonio de Beatis che lasciò scritto nel suo diario di viaggio che Leonardo, colpito da una «certa paralesi ne la dextra», gli mostrò «tre quadri, uno di certa donna Fiorentina facta di naturale ad istantia del quondam mag.co Juliano de Medici, l’altro de San Joane Bap.ta giovane et uno de la Madona et del figliolo che stan posti in grembo di S.ta Anna tucti perfectissimi, et del vero che da lui per esserli venuta certa paralesi ne la dextra, non se ne può expectare più bona cosa. Ha ben facto un creato Milanese chi lavora assai bene, et benché il p.to M. Lunardo non possa colorir con quella dulceza che solea, pur serve a far disegni et insegnar ad altri. Questo gentilhomo ha composto de notomia tanto particularmente con la demonstratione de la pictura sì de membri come de muscoli, nervi, vene, giunture, d’intestini tanto di corpi de homini che de done, de modo non è stato mai facto anchora da altra persona […] Ha anche composto la natura de l’acque, de diverse machine et altre cose, secondo ha riferito lui, infinità di volumi et tucti in lingua vulgare, quali se vengono in luce saranno proficui et molto dilectevoli».[84]

    Progettò il palazzo reale di Romorantin, che Francesco I intendeva erigere per la madre Luisa di Savoia. Si trattava del progetto di una cittadina, per la quale previde lo spostamento di un fiume che l’arricchisse d’acque e fertilizzasse la vicina campagna: «El fiume di mezzo non riceva acqua torbida, ma tale acqua vada per li fossi di fori della terra, con quattro molina dell’entrata e quattro all’uscita […] il fiume di Villafranca sia condotto a Romolontino, e il simile sia fatto del suo popolo […] se il fiume mn [Bonne Heure], ramo del fiume Era [Loira] si manda nel fiume di Romolontino, colle sue acque torbide esso grasserà le campagne sopra le quali esso adacquerà, e renderà il paese fertile».[85]

    Partecipò alle feste per il battesimo del Delfino e a quelle per le nozze di Lorenzo de’ Medici duca di Urbino. Tra i lavori come curatore di feste e apparati si ricorda quello messo in scena a Lione nel 1515 e ad Argenton nel 1517, in entrambi i casi per festeggiare la presenza di Francesco I. Si trattava dell’automa del leone, che era in grado di camminare e poi fermarsi aprendosi il petto “tutto ripieno di gigli e diversi fiori, […] che fu di tanta meraviglia a quel re”.[86]

    L’ultima data presente su un manoscritto di Leonardo risale al 24 giugno del 1518: preso da calcoli di geometria, gli studi sono bruscamente interrotti con un “eccetera, perché la minestra si fredda”! Si tratta di una rara annotazione istintiva di vita quotidiana, che rende la dimensione umana del personaggio che, incalzato dai richiami di qualcuno, forse dalla domestica Mathurine [87] deve rompere la concentrazione per mangiare.[88]

    La morte

    La tomba di Leonardo, nella cappelletta di Saint-Hubert presso il castello di Amboise
    Il 23 aprile 1519 redasse il testamento davanti al notaio Guglielmo Boreau, alla presenza di cinque testimoni e dell’inseparabile Francesco Melzi: dispose di voler essere sepolto nella chiesa di San Fiorentino, con una cerimonia funebre accompagnata dai cappellani e dai frati minori, oltre che da sessanta poveri, ciascuno reggente una torcia; richiese la celebrazione di tre messe solenni, con diacono e suddiacono, e di trenta messe “basse”, a San Gregorio, a Saint-Denis e nella chiesa dei francescani.[88]

    A Francesco Melzi, esecutore testamentario, lasciò «li libri […] et altri Instrumenti et Portracti circa l’arte sua et industria de Pictori», oltre alla collezione dei disegni e del guardaroba;[88] al servitore De Vilanis e al Salaì la metà per ciascuno di «uno iardino che ha fora de le mura de Milano […] nel quale iardino il prefato Salay ha edificata et constructa una casa»; alla fantesca Maturina dei panni e due ducati; ai fratellastri fiorentini il suo patrimonio nella città toscana, cioè 400 scudi depositati in Santa Maria Nuova e un podere a Fiesole.[89]

    Leonardo morì pochi giorni dopo, il 2 maggio, presso il maniero di Clos-Lucé ad Amboise. Aveva 67 anni.

    Francesco I, a Saint Germain en Laye dove si trovava per il battesimo del figlio, apprese la notizia della scomparsa direttamente dal Melzi e si lasciò andare a un pianto sconsolato.[88]

    Trent’anni prima aveva scritto delle parole che suonano profetiche nel suo caso:
    «Sì come una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire.»

    (Trattato della pittura, 27 r.)

Leonardo Da Vinci

inventore, artista e scienziato italiano

Leonardo di ser Piero da Vinci (Anchiano, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) è stato un inventore, artista e scienziato italiano. Uomo d'ingegno e talento universale del Rinascimento, considerato uno dei più grandi geni dell'umanità, incarnò in pieno lo spirito della sua epoca, portandolo alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza: fu infatti scienziato, filosofo, architetto, pittore, scultore, disegnatore, trattatista, scenografo, anatomista, botanico, musicista, ingegnere e progettista.

«Fu tanto raro e universale, che dalla natura per suo miracolo esser produtto dire si puote: la quale non solo della bellezza del corpo, che molto bene gli concedette, volse dotarlo, ma di molte rare virtù volse anchora farlo maestro. Assai valse in matematica et in prospettiva non meno, et operò di scultura, et in disegno passò di gran lunga tutti li altri. Hebbe bellissime inventioni, ma non colorì molte cose, perché si dice mai a sé medesimo avere satisfatto, et però sono tante rare le opere sue. Fu nel parlare eloquentissimo et raro sonatore di lira [...] et fu valentissimo in tirari et in edifizi d'acque, et altri ghiribizzi, né mai co l'animo suo si quietava, ma sempre con l'ingegno fabricava cose nuove.»
(Anonimo Gaddiano, 1542)

https://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_da_Vinci

Media

Abilità

Filosofia
100%
Ingegneria, Architettura e Progettazione
100%
Pittura e Scultura
100%
Medicina e Anatomia
100%
Scienza e Botanica
100%

Recensioni

Il più Grande Inventore di tutti i tempi!

Contatti

Foto del Profilo
Luigi Pirandello
@luigi-pirandello
Foto del Profilo
Gabriele
@infocimiteri-online

Gruppi

Logo del gruppo Cimiteri.Online
Cimiteri.Online
Gruppo Pubblico