Nel mio percorso sono arrivata a comprendere di più la vita proprio grazie all’avvicinarsi della morte attorno a me…
Per svariati motivi era un tema che sin da bambina camminava al mio fianco, beh certo…cammina a fianco di ognuno di noi, ma in alcuni individui sembra essere un compagno di viaggio, un mentore ed un’indicazione per ciò che potresti fare…
Quindi ho compreso, una notte di settembre, che c’era un modo di unire lavoro a Servizio e soprattutto un modo per poter portare il mio piccolo contributo in questo campo. Il mio obiettivo?! Riportare Sacralità alla Morte! Il giusto rispetto e comprensione che noi tutti meritiamo di riavere e verso il quale possiamo essere educati, a prescindere dal nostro credo spirituale o religioso.
La Tanatoestetica è l’ultimo atto di accompagnamento della salma e l’operatore è di fatto l’ultimo essere in vita che si prenderà cura di lei.
C’è tutta una procedura ovviamente da seguire, ma ciò che determina il contributo che sarà davvero dato, è il tanatoesteta stesso e la sua etica, il suo modo di porsi in silenzio nei confronti della salma, il suo modo garbato di gestire un processo di chiusura della vita terrena stessa e di accompagnamento di chi si trova davanti. E’ un ruole “dietro le quinte” molto spesso e fatto in “silenzio”, che trova senso laddove la stessa salma viene gestita con rispetto e professionalità e dove i loro cari possano poi affrontare l’ultimo saluto anche nel coraggio di vedere il volto della morte “ingentilito” dal tanatoesteta. Personalmente trovo che possa essere fatto molto altro per far sì che la nostra prospettiva e relazione con la morte migliori e guarisca (in un certo senso) ma già la tanatoestetica permette all’operatore di contribuire con tutto il suo bagaglio personale e professionale e donare quindi una nuova attenzione e prospettiva. E’ un’occasione per fare molto anche se non dovesse essere immediatamente compreso.